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Il 2020 ha sicuramente rappresentato l’anno della svolta per il settore del food delivery ma, ancor più di questo, ha fornito la risposta a dei bisogni, ha creato tendenze e plasmato nuove abitudine gastronomiche.

Non solo, ha sicuramente rappresentato un’ancora di salvezza per tutte quelle attività che, altrimenti, sarebbero state costrette a chiudere definitivamente i battenti, incentivandole ad affacciarsi a nuovi scenari di mercato al digitale.

Il food delivery ha, per tanto, colonizzato nuove realtà, mese dopo mese, arrivando a toccare ( anche e soprattutto grazie alle iniziative degli imprenditori sul territorio) le piccole realtà abitante, finora trascurate dall’ondata di digitalizzazione che sta, a poco a poco, travolgendo il nostro paese.

 

Sì, il potenziale inespresso è ancora enorme ma le statistiche ci riportano uno scenario di mercato in cui il food delivery assorbe già ¼ dell’intero settore del delivery, in costante trend positivo.

Gli italiani hanno ordinato e continuano ad ordinare a domicilio per regalarsi un momento di relax dopo una giornata stressante, per non perdere l’abitudine a condividere ( specie in famiglia), per gustare il proprio piatto etnico preferito ( sushi e pokè, in testa) nella comodità delle proprie mura domestiche.

Il food delivery è un vero e proprio rituale da dedicarsi non più solo nelle giornate festive ma durante l’arco di tutta la settimana.